Nell'editoriale in oggetto Pacini prospetta la necessita` di modificare la costituzione italiana per consentire un referendum confermativo; necessita` che sarebbe implicita nella ratifica diretta della costituzione europea. Se si ritenesse invece sufficiente una ratifica indiretta, cioe` compiuta dai deputati al parlamento italiano anziche` dai loro elettori, la ratifica della costituzione europea non implicherebbe modifiche alla costituzione italiana. La mia valutazione e` diversa, nel senso che non vedo la necessita` di un referendum confermativo. Infatti il parlamento puo` promulgare la ratifica da parte dell'Italia della costituzione europea e con un successivo referendum abrogativo di quella promulgazione gli elettori potrebbero confermarla votando no o abrogarla votando si` (che equivarrebbe alla non ratifica da parte dell'Italia). Il problema non e` quindi che l'articolo 75 della costituzione italiana non ammette il referendum confermativo, quanto piuttosto che afferma (fra altre cose): "Non e` ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali". Certo che se con una legge si autorizza chicchessia a ratificare un trattato internazionale non avrebbe senso revocargli successivamente quella stessa autorizzazione, specialmente dopo che l'ha fatto! Questo pero` non significa che se si ratifica un trattato internazionale non si puo` piu` ripensarci; si puo` sempre fare una legge che di fatto annulla gli effetti di quella ratifica; a patto di accettarne le conseguenze, magari previste nel trattato stesso. In conclusione a mio parere (per quel niente che conta!) non e` necessario modificare la costituzione italiana per far esprimere direttamente gli elettori sulla ratifica della costituzione europea.